Brano: [...] con la durissima realtà del lavoro nelle fabbriche torinesi e, non per nulla, fece intitolare Portolongone il giornale degli operai della Fiat Lingotto.

Un lavoro così rischioso non poteva durare a lungo nel clima allora instaurato dal fascismo: dopo circa un anno l’intero gruppo fu arrestato per le indicazioni di un delatore. Tradotto davanti al Tribunale speciale, Carlo fu condannato a 10 anni di reclusione. Dopo 20 mesi di segregazione al Maschio di Volterra, fu assegnato al carcere di Alessandria, dove fu l’animatore del collettivo comunista; poi a Portolongone, dove rimase 6 mesi in isolamento nella famigerata “polveriera” e infine in regime normale. Furono anni di intensi studi su argomenti disparati, che andavano dalla storia alla filosofia, aH’economia, e alle lingue straniere. Riuscì a tenersi in corrispondenza col fratello Mauro e, attraverso questo, con il partito, mediante lettere scritte con l’inchiostro simpatico, ma non ebbe mai la possibilità di ricevere la visita di qualche parente, per le disastrose condizioni economiche della fami[...]